Continuità da scrittori

L’avevo detto, il problema non era solo la costanza, l’assiduità con cui si battono i tasti sulla tastiera.

L’avevo detto anche a me stessa che forse era ora di smetterla, di buttarsi più forte nelle cose, che arrovellarsi non avrebbe più portato bene.

L’ avevo detto che per me il corpo è oggettivamente una prigione e la mia testa non vede l’ora di vagare.

Troppe volte, l’avevo pensato e non sono comunque riuscita a dirlo, perché il pensiero è troppo veloce e le parole non sono mai abbastanza.

L’avevo detto che prima o poi mi sarei fermata, perché se il mondo si ferma anche la mia di testa va in letargo, sopita dallo standard.

Mi spiace se la noia non è il mio forte, se vivere per me significa altro che respirare.

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Pubblicato da Miarrovello

Filosofeggiando di baggianate

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